Convegno
L’articolo 9 della Costituzione italiana recita testualmente "La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione." Quando venne scritto era il 1948 ma oggi il suo significato intrinseco è più stringente che mai.
La rilfessione proposta dall’evento territoriale “Green technologies” organizzato dal FormezPA, si ispira proprio alla filosofia sottesa al concetto ribadito dal dettato costituzionale: è indispensabile che il sistema- Paese promuova e sostienga lo sviluppo dei processi d'innovazione tecnica, scientifica e culturale, mettendoli in diretta correlazione con il concetto di sostenibilità.
Sul territorio nazionale sono già presenti ed equamente distribuiti i Centri di ricerca e le intelligenze che consentono il progresso in campo tecnologico, nonché le imprese capaci d'interpretare il mercato e di individuare le linee di tendenza degli scenari globali che ci indicano chiaramente quali sono le scelte di policy industriale più opportune da adottare.
Andando oltre il classico concetto di sviluppo sostenibile e tenendo conto delle quattro specifiche direttrici di sostenibilità - economica, sociale, ambientale e culturale - il tema della green economy (in tensione verso la cosidetta “blue economy”) è la narrazione di come Ricerca & Sviluppo ben si coniugano con quanto i comparti produttivi offrono ai consumatori e ai loro territori. Partendo dalle energie rinnovabili, passando per l'energia prodotta dal mare, attraversando i concetti di riuso, rifiuti e scarti, ragionando su green building e tecnologie per gli ambienti di vita, arriviamo alle nanotecnologie e alle reti complesse di gestione delle energie e delle tecnologie, oramai rispettose della “risorsa mondo”.
Questo è il perimetro dentro cui alcune delle tecnologie verdi operano. Questo è l'ambiente che riprende se stesso grazie all'intelligenza e al saper fare del capitale sociale e produttivo del Paese. Vi sono temi oramai non più rimandabili né da un punto di vista dello sviluppo socio culturale, né da un punto di vista ambientale. Usare le tecnologie verdi per risolvere i problemi connessi alla vita nelle megalopoli (che sono responsabili di circa il 75% dei problemi connessi al disastro ambientale in atto), significa infatti riuscire a scardinare paradigmi comportamentali e produttivi non più sostenibili.
Per fortuna, si è delineato nel tempo un vivace processo globale d'innovazione che va in questo senso e che viene sostenuto e affermato da alcune fra le menti più illuminate del panorama internazionale.
Questo nuovo appuntamento del Progetto Innovation Manager Sardegna, che si svolgerà a Cagliari il 26 settembre 2014, farà il punto della situazione a livello regionale, presentando alcune tra le più rilevanti esperienze locali e nazionali e, attraverso il confronto con il pubblico presente, cercherà di tracciare possibili scenari di sviluppo futuro.
L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sul sito web del progetto www.imsardegna.it e, agli ingegneri che parteciperanno saranno riconosciuti 2 CFP.
L’evento, che si tiene a Roma il 12 e il 13 settembre, si pone l’obiettivo di soffermarsi sull’importanza dell’integrazione culturale europea e sul ruolo strategico rappresentato dal mondo mediatico nel completamento di questo processo integrativo.
L’evento è stato organizzato in occasione del semestre italiano della Presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea, dal Dipartimento delle Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Commissione Europea nell’ambito del Progetto “The Promise of the European Union”.
Il Progetto giunge in un momento particolarmente opportuno in cui il ruolo dell’Unione è in fase di perfezionamento, in prospettiva del nuovo contesto economico e sociale del XXI secolo. I risultati sono rivolti a fornire un contributo alle politiche delle Istituzioni dell’Unione europea.
“The Promise of the European Union” analizzerà tre questioni di rilievo:
- Che livello di unità vogliono i cittadini dell’Unione e quali sono le aree in cui dovrebbe avvenire l’integrazione?
- Che cosa renderebbe l’Ue più democratica?
- Qual è l’aspettativa globale dei cittadini dell’Unione?
Collaborano all’evento il Ministero dello Sviluppo Economico, la RAI, lo European Broadcasting Union (EBU), la Fondazione MAXXI e il FormezPA.
L’evento è a numero chiuso e la partecipazione è consentita soltanto su invito nominativo.
Scarica il concept note.
Scarica il programma definitivo.
Scarica gli atti finali.
English version
The event to be held in Rome on 12 and 13 September, aims to highlight the importance of European cultural integration and the strategic role played by media in completing this integrating process.
The event is organised in the framework of the Project "The Promise of the EU" during the Italian Presidency of the Council of the European Union, by the Department of the European Policies of Italy's Presidency of the Council of Ministers and the European Commission.
The project “The Promise of the European Union” is well-timed and arrives just when the role of the Union is being refined in the light of the new economic and social context of the 21st Century. The outcomes of this project intend to help the European Union Institutions' policy-making.
“The Promise of the European Union” will examine three major questions:
- How much unity do Union citizens want and what are the areas where integration should take place?
- What would make the EU more democratic?
- What is the overall expectation of the Union's citizens?
Italy's Ministry of Economic Development, RAI, European Broadcasting Union (EBU), Fondazione MAXXI and FormezPA are partners in the event.
Admission is allowed upon invitation only.
Download the concept note.
Download the final agenda.
Download the conference paper.
Per garantire occupazione, qualità della vita e competitività la Sardegna deve puntare sui settori ad alta tecnologia e con un alto valore aggiunto di conoscenza, ottimizzando gli investimenti in Ricerca & Sviluppo.
In tale contesto, la Sanità rappresenta un campo ideale. Ma l’idea che la salute sia a pieno titolo un driver di sviluppo e un generatore di ricchezza, ha incontrato finora resistenze culturali, relegando la sanità, il benessere, i servizi alla persona a fattori aggiuntivi e non strutturali.
Nondimeno, tutte le previsioni indicano una domanda di servizi sanitari in crescita, in Italia e nel mondo anche se, ovviamente, sarebbe errato considerare questo dato esclusivamente come un problema di natura economica e finanziaria.
Le regioni d’Europa più avanzate e con i migliori indicatori economici hanno nella sanità un settore strategico e con ottime performance di risultato. Nei confronti di molte macro regioni europee, in campo sanitario, l’Italia (soprattutto alcune regioni del centro nord) presenta una situazione di eccellenza, che deve essere mantenuta e potenziata, in primo luogo rafforzando la capacità di innovazione e di attrarre investimenti.
Il settore sanitario e dell’intera filiera della salute si caratterizza, infatti, come un formidabile “concentratore tecnologico” che fornisce l’occasione applicativa dei progressi scientifici e tecnologici che avvengono nei più svariati settori (elettronica, scienza dei materiali, biologia, chimica, fisica, informatica, nanotecnologie e biotecnologie ma anche management, organizzazione, mobilità ed energia).
L’Italia è all’avanguardia in particolare per quanto concerne l’utilizzo di tecnologie sanitarie innovative, soprattutto per quanto riguarda i dispositivi medici-diagnostici in vitro.
Anche nell’isola esiste un Distretto sardo della Biomedicina e delle Tecnologie per la Salute – attivato nell’ambito del Parco Scientifico e Tecnologico “Sardegna Ricerche”- in cui l’orientamento all’innovazione, la ricerca biomed d’avanguardia, la vivacità imprenditoriale e le core facilities di eccellenza vengono aggregate con lo scopo di creare un ambiente adatto alla ricerca e lo sviluppo.
Un ambiente estremamente favorevole all’insediamento di start up innovative e di iniziative fortemente knowledge based, la presenza di strutture di incubazione specificamente progettate per ospitare aziende nel settore Biomed, laboratori liberamente accessibili ed un know-how riconosciuto a livello internazionale hanno condotto in breve tempo il Distretto sardo a raggiungere interessanti traguardi nel settore biotecnologico. Esiste, dunque, un patrimonio che va mantenuto, valorizzato e potenziato e sul quale si deve puntare, in quanto correlato a una domanda diffusa, crescente e qualificata e in grado di offrire ulteriori interessanti opportunità di lavoro.
Il nuovo evento territoriale “ICT&Tech for BioMed” proposto a Pula (Cagliari) dal FormezPA nell’ambito del Progetto I’M Sardegna, fa il punto della situazione regionale, presentando alcuni progetti ed esperienze di eccellenza e, attraverso un confronto con il contesto nazionale e internazionale e la condivisione delle le linee strategiche dell’Amministrazione regionale, traccia possibili scenari di sviluppo futuro.
La conferenza finale del Progetto CAPACI, finanziato nel quadro del Programma Prevenzione e Lotta al Crimine della Commissione europea, sigla la conclusione dei lavori di progetto e rappresenta un’occasione per tutti i partner di presentare i risultati finali, con specifica attenzione al Sistema CAPACI. Quest’ultimo in particolare è stato disegnato per tracciare i flussi finanziari contro le infiltrazioni del crimine organizzato negli appalti pubblici in Italia e nei paesi dell’Unione europea.
Alla conferenza prendono la parola oltre ai rappresentanti dei Paesi partner e ai membri di spicco del Progetto, il Direttore Generale di Formez PA, Prof. Marco Villani. Il discorso di chiusura spetta invece al Ministro dell'Interno Angiolino Alfano.
La conferenza viene preceduta da incontro tecnico che ha luogo il giorno 10 luglio, durante il quale il Sistema CAPACI viene delineato nei dettagli funzionali.
Scarica il programma della conferenza.
Da anni in Italia si spendono parole e si fanno investimenti nella creazione di nuova impresa.
Ma a valle di questo sforzo, cos'è rimasto nei nostri territori? Siamo consapevoli di ciò che abbiamo e di che cosa sia veramente necessario?
Di spazi fisici, di elevate e diffuse professionalità o di competenze manageriali? Esiste un corretto bilanciamento tra incentivo pubblico e finanza privata nella creazione di nuova impresa?
L’unico dato certo è che in tutte le province italiane si avverte la forte necessità di creare nuova impresa. Tecnologica o meno. Il mercato del lavoro, infatti, attualmente non lascia grandi spazi alla speranza.
La Pubblica Amministrazione è destinata a contrarre sempre più i propri organici mentre i privati che già operano, se non verranno modificate le normative tributarie e fiscali, difficilmente apriranno all'assunzione di nuova forza lavoro. Ed è anche per questo che molti giovani, laureati, diplomati, neet (Not engaged in Education, Employment or Training cioè persone che non studiano e non lavorano), puntano alla valorizzazione delle proprie competenze attraverso la creazione di una nuova impresa. Questo atteggiamento è certamente salvifico in quanto sono proprio le nuove generazioni quelle più in grado di interpretare correttamente le tendenze del mercato e i nuovi bisogni delle persone, delle imprese e delle Pubbliche Amministrazioni. Solo i nuovi laureati, infatti, hanno la forza creativa e costruttiva per generare nuovo lavoro e nuove imprese, grazie anche alle opportunità e alle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie digitali che loro conoscono e utilizzano con disinvoltura. Perché, che piaccia o meno, il mondo digitale è realmente il settore che è pervasivo e trasversale tutti gli altri ambiti produttivi ed è quello che maggiormente abilitato alla produzione di beni, processi e prodotti.
Il collegamento esistente tra la sfera ICT e la creazione di nuova impresa, dunque, è positivo e sarà in grado di coniugare vecchi e nuovi saperi, di travasare la conoscenza prodotta nei Centri di ricerca (sia pubblici che privati) e di tradurla in azioni e vantaggi concreti e di fornire nuova vita ai nostri territori.
Le nuove imprese ad alta tecnologica e ad alta conoscenza saranno contemporaneamente la nuova forza produttiva del paese e genereranno lavori e posti qualificati. Certo, le dimensioni saranno corrispondenti alle esigenze reali dei territori e delle persone. Magari non assisteremo per forza alla nascita di una nuova Google che cambierà le sorti dell'Italia decadente, ma le nuove micro e piccole imprese saranno migliaia e saranno capaci di dare risposte che ci permetteranno di affrontare a testa alta le sfide sociali che arrivano.
Da queste riflessioni nasce la necessità d'approfondire un tema che non è interessante solo perché è attuale, ma soprattutto perché si rileva la necessità di comprendere come i modelli di sviluppo territoriale possano e debbano essere rivisti alla luce delle mutate condizioni sociali e di mercato.
L’evento di Nuoro organizzato da FormezPA nell’ambito del Progetto I’M Sardegna tenta, ancora una volta, di ragionare, a partire dal potenziale esistente, sui possibili scenari di sviluppo futuro e, in particolare, sulle opportunità di creare nuove imprese digitali. In Italia, così come in Sardegna: terra pioniera di startups in tempi non sospetti e “incubatore” dalle mille potenzialità.
L’avvento di Internet ha comportato un cambiamento epocale nella storia umana, un vero e proprio passaggio tra ere geologiche. Non solo, ha provocato soprattutto un’impennata delle relazioni fra tempo e mercato, materiali e distanze, persone e tempo, produzione e consumo. Noi tutti, infatti, viviamo oramai nella 3ª Rivoluzione Industriale perché sono state già modificate le logiche produttive, distributive e commerciali del nostro sistema economico. Le geografie del mercato globale cambiano con una velocità difficilmente monitorabile con certezza. Quel che è chiaro, è che cambiano in maniera profonda, spostandosi grazie ad Internet, da un blocco all'altro del pianeta, grazie alle comunità on line e ai sistemi aperti di condivisione del sapere. Tutte le grandi multinazionali, vecchie e nuove, oramai, per non essere travolte, si creano i loro anticorpi, interagendo in accelerazione con questi nuovi scenari. Lo stesso dicasi per le imprese di taglia minore che ancor di più patiscono le attuali e particolari congiunture. La fabbricazione digitale per molti aspetti è un fatto consolidato, ma non si deve fare l'errore di immaginare finita l'ascesa dei nuovi sistemi di produzione di ogni tipo di bene. Internet of Things, cioè Internet delle cose: oggetti intelligenti capaci di dialogare per scambiarsi informazioni. Ma non è finita. La Rete mette in connessione non solo oggetti ma persone, processi e dati, cioè tutto. La Rete diventa Internet of Everything (cioè Internet di qualsiasi cosa) e l’incremento di valore che si genera con il progressivo aumento degli elementi che si collegano, stanno portando a modificare ulteriormente le nostre Tecnologie dell’informazione e ad ampliare la gamma di potenziali utilizzi praticamente in tutti i settori (processi manufatturieri, trasporti, logistica, pubblico/difesa, servizi sanitari e alla persona, ecc). La rivoluzione del digitale è centrata sul rapporto tra il design computazionale e le possibilità costruttive offerte dalla digital fabrication. Le scale applicative sono varie e possibili come il mondo che andremo a vivere. I nuovi linguaggi produttivi ed interattivi spostano la linea di confine tra i mezzi ed il fine, emergono visioni di realtà quali sistemi complessi, che permettono la facilitazione dei comportamenti sociali e territoriali nascenti. Le implicazioni tra quanto detto sopra e le possibilità di governare la materia, trovano nella fabricazione digitale e nell'Internet degli oggetti un ventaglio di ricerche e ipotesi che mostrano quali prospettive e risultati si possano aprire in ambiti che, solo fino a poco tempo fa, erano comprensibili solo agli addetti ai lavori. L’accresciuta capacita di plasmare la materia a diverse scale e la pervasività di Internet in ogni cosa offrono nuovi paradigmi industriali, professionali, personali, sociali, urbani e territoriali. Cosa accadrà quando connetteremo quello che non è mai stato connesso? Quali esperienze vivremo man mano che nuove persone, nuovi processi, dati e cose potranno connettersi e interagire? La rete è già quell'infrastruttura gestibile e scalabile che supporta miliardi di dispositivi sensibili ai contesti umani e sociali. Sarà in grado di ascoltare, apprendere e rispondere tramite interfacce aperte, semplici e affidabili? Quali relazioni, ad esempio, passano tra automotive, domotica, robotica, meteorologia e monitoraggio ambientale? Ma soprattutto: perchè questo è utile ai cittadini, alle imprese ed alle Pubbliche Amministrazioni?
Il nuovo evento territoriale proposto a Olbia dal Progetto "Innovation Manager Sardegna" tenta di offrire delle risposte a questi quesiti anche attraverso il contributo di alcuni protagonisti della nuova rivoluzione digitale e industriale in atto.
La conferenza rappresenta il momento conclusivo del progetto BACCUS, il cui fine è quello di divulgare, a livello europeo, buone pratiche in tema di prevenzione, investigazione, procedimenti di contrasto, strumenti e attività per la lotta al crimine alimentare.
Aprono i lavori la Dott.ssa Beatrice Lorenzin, Ministro della Salute, il Generale Div. Cosimo Piccinno, Coordinatore del Progetto, Comandante nazionale dei Carabinieri NAS, Prof. Andrea Onetti Muda, Rettore dell'Università Campus Bio-medico di Roma, nonché i rappresentanti delle autorità nazionali per la sicurezza alimentare di Portogallo, Irlanda e Olanda, dando il benvenuto ai partecipanti.
L'argomento centrale della conferenza è l'emergenza rappresentata dai crimini alimentari proiettata su una dimensione europea: una panoramica viene presentata dal Capitano dei Carabinieri NAS Sergio Tirrò, Leader di Progetto, mentre la Prof. Marcella Trombetta dell'Università Campus Bio-medico di Roma, Coordinatore Scientifico di Progetto, illustra il Progetto.
Grande attenzione viene rivolta ai bisogni dei consumatori e alle modalità per migliorare la sicurezza rispetto ai crimini alimentari nell'interesse dei consumatori, nonché alla condivisione del know-how tecnico nell'ambito dei sistemi di sicurezza pubblici e privati.
Viene inoltre presa in esame la piattaforma di e-learning del progetto BACCUS, sottolineandone l'importanza in un'ottica di lavoro di cooperazione e di comprensione reciproca tra le Forze dell'ordine. Una presentazione delle strategie adottate in Europa per prevenire e combattere i crimini alimentari chiude i lavori.
Grazie allo sviluppo del Web 2.0., che consente un maggiore livello di interazione fra i siti istituzionali e gli utenti, la comunicazione on line nella PA sta velocemente cambiando. I siti web si sono ormai trasformati in portali pubblici e in sportelli virtuali che consentono forme avanzate di government.
Nuovi modi di partecipazione dei cittadini si sono sviluppati attraverso processi decisionali inclusivi e l’e-democracy, modificando anche la governance. I social network sono diventati ormai uno strumento quasi irrinunciabile per il dialogo e il confronto tra i cittadini e la PA, in un’ottica di multicanalità.
Il vantaggio più evidente di questi strumenti è dato dalla loro interattività che li rende particolarmente adatti ad un’Amministrazione aperta e attenta ai bisogni degli utenti (cittadini, imprese, altre Istituzioni) e che voglia mantenersi in costante dialogo con un contesto sempre più allargato, esigente, multiculturale e plurilingue.
È evidente che tanto più gli utenti saranno in grado di utilizzare gli strumenti di comunicazione on line, tanto più aumenterà il livello di diffusione, trasparenza, facilità di accesso, interattività, completezza e personalizzazione dei servizi erogati dalle P.A. E qui entra in gioco la formazione quale leva di sviluppo delle competenze sia degli utenti che della stessa PA. L’innovazione, in questo caso, passa non solo attraverso la dotazione delle PA di infrastrutture tecnologiche di ultima generazione ma, soprattutto dalla diffusione della cultura della partecipazione, dell’etica e delle trasparenza, della tracciabilità, della responsabilità e rendicontabilità.
La formazione è uno strumento potente e indispensabile anche per accrescere le competenze tecniche, in modo che le capacità delle persone e delle organizzazioni posssano sfruttare l’enorme potenziale che le tecnologie offrono.
Con un consistente investimento nello sviluppo di nuovi valori, saperi e capacità sarà possibile aumentare e rendere proficuo il coinvolgimento dei cittadini nella costruzione delle politiche pubbliche.
Il "Piano di e-government 2012" e il "Codice dell'Amministrazione Digitale" (CAD) disciplinano l’utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nella PA. Le parole chiave della nuova era del web che si sta già affermando sono trasparenza e openness, cioè apertura. Altri temi importanti sono poi l’Agenda Digitale e l’Identità Digitale, le infrastrutture ICT, le Smart City, le communities, i social refernce, what else?
Ma mentre si può già parlare di Web 3.0. il divario digitale si accresce. Che cosa caratterizzerà dunque la P.A. del futuro? E che ruolo potrà svolgere in questo processo la formazione?
Il Progetto I’M Sardegna, realizzato dal FormezPA su incarico del Centro Regionale di Programmazione, propone il 6° evento di un percorso di riflessione e di costruzione di foresight dedicato ai temi strategici dell’innovazione in Sardegna. Il ruolo della P.A. e l’efficacia della sua azione di governo costituiscono senza dubbio una delle chiavi di volta per aumentare il livello di innovazione e facilitare il recupero di competitività del nostro sistema-regione.
Il Progetto I’M Sardegna, realizzato dal FormezPA su incarico del Centro Regionale di Programmazione, propone il Convegno "Innovazione e Mercati Internazionali" come quarto evento di un Percorso di riflessione e di costruzione di foresight dedicato ai temi strategici per diffondere l’innovazione in Sardegna. Anche la nostra regione, infatti, può e deve necessariamente guardare alle evoluzioni dei mercati internazionali per poterne cogliere le sfide e le opportunità.
Ci sono molti modi per guardare gli scenari cui andiamo incontro. Così come esistono diversi modi di guardare e pensare il futuro.
Le accelerazioni dell’evoluzione tecnologica e tecnica devono comportare un’assunzione di responsabilità ancora più ampia da parte degli imprenditori e dei policy makers.
Tuttavia, le velocità globali dei mercati sono direttamente proporzionali alla capacità dei sistemi nazionali e regionali di saperli vedere, comprendere ed intercettare.
Non esistono ricette definite né prescrizioni certe.
Ogni assetto territoriale ha le sue carte da giocare per riemergere nella competitività diffusa.
Durante e dopo gli anni di crisi che stiamo attraversando, dimostreranno di essere intelligenti quei territori che riusciranno a coagulare, governare e valorizzare il proprio ecosistema dell'innovazione.
Infatti, solo creando e alimentando costantemente tutti gli elementi del e per l'innovazione, i territori saranno capaci di orientare le scelte delle persone e delle aziende verso i mercati che emergono, perchè saranno i nuovi mercati quelli verso cui punteranno le ambizioni delle nuove imprese, per cui le Pubbliche Amministrazioni dovranno attrezzarsi, per cui le Università e le Scuole formeranno le nuove professionalità.
Pertanto, soltanto studiando e capendo gli elementi degli ecosistemi dell'innovazione, italiani ed esteri, comprenderemo come si stanno muovendo gli scenari possibili per le economie del futuro. Alla fine, saranno gli stessi ecosistemi dell'innovazione che stimoleranno i cambiamenti, facendo da incubatori e accelerando le nuove dinamiche, creando i ponti per il nuovo trasferimento tecnologico delle ricerche che verranno nel futuro.
Formez PA propone ad Alghero un Convegno dedicato al tema dell'innovazione nel settore turistico.
Terzo appuntamento del Percorso di foresight previsto dal Progetto "Innovation Manager Sardegna", la giornata mira a fornire diverse chiavi di lettura del turismo e a proporre soluzioni innovative, per un’agenda regionale che favorisca sviluppo, sostenibile e duraturo, dando nuovo senso a possibilità ancora inespresse dell’Isola.
Sentiamo spesso parlare di turismo sotto diversi profili. Industria, accoglienza, modelli insediativi, strategie, ambiente, agricoltura, paesaggio, cultura, stagionalità, trasporti, specializzazione, qualità sono solo alcune delle vedute associabili a questo complesso comparto. Molte problematiche sono inoltre legate alla distribuzione delle competenze e dei poteri, tra Enti Locali, Regioni, Stato.
Per rilanciare il settore e renderlo competitivo sui mercati interni e soprattutto internazionali, attivando iniziative efficaci sono necessarie politiche unitarie e coese, progetti e risorse adeguate, secondo scenari opportunamente disegnati.
Si potrà scoprire così che la stagionalità non è un male incurabile, che la strategicità del settore non è uno slogan, che la qualità non è associabile univocamente al lusso e alla esclusività, che la cultura e il paesaggio sono dei beni che si possono gestire in maniera sostenibile e produttiva, che le competenze specialistiche richieste dal turismo esistono o possono essere create.
La scarsa reperibilità di numeri ed indicatori affidabili ed univoci, non rende semplice una comparazione coi competitor per migliorare e si fa ancora fatica a far decollare le interdipendenze con altri comparti nevralgici dell'isola, quali i trasporti, l’agroindustria, l’ artigianato, la cultura.
Vero è però che in Sardegna ci sono le condizioni ambientali, sociali, strutturali e strumentali perchè si attivino percorsi per programmazioni di medio e lungo periodo, che innovino e migliorino tutti i fronti riconducibili all’offerta turistica, mettendo in valore la tradizione e le esperienze di successo realizzate.
Il sistema turistico del futuro è di attualità: è in relazione ai mercati emergenti, è connesso alle tecnologie ed alla rete, si fonda sulle opportunità della nuova programmazione dei Fondi SIE 2014-2020, è legato alle esigenze in continua evoluzione dei consumatori.
Il Convegno è dunque un'occasione per discutere sui possibili scenari e sulle tendenze entro cui possono e dovrebbero muoversi tanto i policy makers quanto gli imprenditori in cerca di rilancio.