Eventi PA

Il sistema di partecipazione alle attività per la Pubblica Amministrazione

I'M Sardegna (Innovation Manager Sardegna)

Data inizio 12/12/2014 - 09:30

Che cosa è l'innovazione? E’ possibile andare oltre le definizioni teoriche che spesso se ne danno? Come immaginare il nostro futuro ma, soprattutto, come costruirlo in un'ottica di cambiamento e di miglioramento continuo?

Sono le domande che faranno da filo conduttore all’evento conclusivo del “tour dell’innovazione“ del Progetto “Innovation Manager Sardegna” ormai giunto al traguardo, dopo un ciclo di ben 15 eventi che hanno toccato tutti i temi e i settori sui quali è possibile declinare il concetto e le pratiche di innovazione, sia a livello regionale, che nazionale e internazionale.

Il Convegno “Innovare l’innovazione” che si svolgerà a Cagliari, presso il Centro Comunale d’Arte e Cultura “Il Ghetto degli Ebrei”, il prossimo 12 dicembre 2014, sarà anche l’occasione per fare un bilancio sul progetto realizzato dal FormezPA, su incarico del Centro Regionale di Programmazione della Regione Sardegna, e per celebrarne degnamente la chiusura che, metaforicamente, è anche una “ripartenza”.

Ripartenza, perché qualunque processo di innovazione non si conclude, né si ferma mai.

Ripartenza perché, per i 24 giovani laureati sardi, ora certificati “Innovation Manager”, che hanno partecipato ai 15 mesi di percorso formativo e che ora si affacciano al mondo del lavoro, sarà l’occasione per condividere con un pubblico più ampio i propri progetti e le proprie idee sull’innovazione e, in senso più generale, sul futuro sviluppo della Sardegna.

Se è vero che "l'innovazione è la dimensione applicativa di un'invenzione o di una scoperta o riguarda un processo o un prodotto che garantisce risultati o benefici maggiori apportando quindi un progresso" , come riporta Wikipedia, è altrettanto vero che l’innovazione è anche e soprattutto mutamento culturale, sociale, umano. Dove la parola mutamento è intesa nella sua accezione migliore, di crescita qualitativa che si traduce in un aumento di benessere collettivo e comunitario, oltre che individuale.

Alcune attività di innovazione sono esse stesse innovative, altre invece non sono nuove, ma sono necessarie per l'implementazione dell'innovazione. L’innovazione, dunque, non è limitata all'ambito tecnico ma investe ogni settore ed è davvero il mezzo più importante e potente per migliorare la qualità della vita nelle società. E' dimostrato che con il tempo i miglioramenti, piccoli ma continui, un passo alla volta, perseverando nella camminata, portano lontano. L'innovazione, si sa, è arte sociale, il suo motore è l'etica, quale desiderio forte e onesto di agire al servizio delle generazioni future.

Innovare genera competitività, fa maturare sogni d'avvenire per tramutarli in benessere generale. Sensibilità e determinazione sono la chiave del progresso socio economico. Non parliamo di spinte al consumo né di scalabilità stellari, ma di processi d'economia reale che spingono i territori ad interpretare se stessi e i propri patrimoni come beni rifugio, su cui costruire scenari sostenibili per le presenti e future generazioni. Discutiamo pertanto di liberazione culturale, di evoluzione di diritti e di doveri.

Il Convegno proposto è il momento finale del Progetto “Innovation Manager Sardegna”, è la conclusione di un percorso che, se non reso stabile, farà sentire la sua mancanza.

Sede (solo eventi in presenza)
Data inizio 21/11/2014 - 09:30
Il mondo della comunicazione si sta modificando a una velocità straordinaria e nuove modalità di produzione e accesso alle informazioni vengono sperimentate e diffuse in modo sempre più dinamico.Con il termine “nuovi media” ci riferiamo di solito a quei mezzi di comunicazione di massa (televisione, radio, stampa) sviluppatisi in seguito all’affermarsi delle ICT grazie ad un’integrazione sempre più profonda con il mondo del web. In particolare, la ricerca di informazioni su Internet, la comunicazione virtuale, gli ipertesti e i blog si sono diffusi e inseriti in ogni campo dell'informazione. L'interattività offerta dalle applicazioni web consente tipologie di comunicazione one-to-one, one-to-many e addirittura many-to-many, superando il concetto di centro e periferia dell’informazione.I nuovi media sono dunque interattivi e multidirezionali e si svincolano dai limiti di spazio e tempo, favorendo la partecipazione attiva al processo di comunicazione da parte di chi un tempo era semplice utente, ricevente passivo di contenuti.Come è dunque cambiato il ruolo dei media? E qual è l'impatto che i nuovi media stanno avendo sulla vita quotidiana delle persone e sullo sviluppo della società? Come si sta modificando il modo di informarsi e di produrre informazione? Internet e, in modo particolare, le applicazioni Web-based Technologies costituiscono il più vasto, complesso, dibattuto e promettente campo che consente grandi possibilità di diffusione delle informazioni, ma per il quale si manifesta sempre di più un problema di correttezza e veridicità. Il modello del cosiddetto crowd journalism (letteralmente “giornalismo della folla”) costituisce attualmente uno dei temi più analizzati: grazie al web, infatti, le notizie possono essere raccolte e veicolate da una molteplicità di soggetti, i crowdworkers, spesso non professionisti dell’informazione, che hanno l'opportunità di creare e distribuire testi brevi oppure contribuire a un progetto informativo più ampio in cui gli articoli non sono scritti da un unico autore, ma da numerosi lavoratori flessibili. Dunque l’informazione è anche impresa che fa innovazione e che genera start up: informare e generare nuova informazione crea a sua volta un business network con nuovi protagonisti. La Sardegna è attiva come e più delle altre regioni nel campo dei nuovi media.In Sardegna è nato il primo giornale on line e al momento sono operative diverse testate on line, mentre i media tradizionali sono in crisi; l’esame dello stato dell’arte del settore e delle nuove proposte (anche a livello nazionale e internazionale) è dunque particolarmente importante per il successo delle nostre imprese, dei nostri professionisti e dei nostri prodotti. Nel nuovo incontro proposto a Cagliari nell’ambito del Progetto I’M Sardegna, realizzato dal FormezPA su incarico del Centro Regionale di Programmazione, si esploreranno le frontiere tra mezzo, linguaggio e informazione e su come l’uno possa influire sull'altro e ci si confronterà anche sulle competenze richieste dai nuovi scenari dell’informazione.Per tale motivo è stato coinvolto anche l’Ordine dei giornalisti della Sardegna che parteciperà in prima persona all’organizzazione dell’evento. 
Sede (solo eventi in presenza)
Data inizio 17/10/2014 - 09:30

Si parla di "Social innovation" nel nuovo appuntamento con il tour dell’innovazione targato progetto I’M Sardegna (Innovation Manager Sardegna) che si svolgerà a Nuoro il prossimo 17 ottobre. Il progetto, promosso dal Centro Regionale di Programmazione della Regione Autonoma della Sardegna e attuato da Formez PA approda nella Sala Convegni della Camera di Commercio (Via Papandrea), per un evento che mette intorno a un tavolo esperti e operatori economici per fare il punto su un settore che offre grandi opportunità di sviluppo.

Ma che cosa è l'innovazione sociale? In estrema sintesi, può essere definitiva come la somma delle capacità, delle abilità e delle energie che una società possiede per risolvere i suoi problemi sociali, culturali e ambientali.L'innovazione sociale, in effetti, cerca di trovare nuove risposte ai bisogni delle collettività, isolando quelle soluzioni che migliorino la qualità della vita delle persone nelle comunità attraverso processi innovativi. Concretamente, può quindi tradursi in un prodotto, in un processo, in una tecnologia, ma anche in un principio, un'idea, un atto normativo, un movimento, un'azione o una combinazioni di queste.
Il Focus del Convegno – come di consueto - è articolato in due sessioni. La mattinata (lavori in programma dalle 9.30 alle 13.30) si apre con gli interventi di Costanza Cuncu (Coordinatrice Progetto I'M Sardegna -Formez PA), Nicola Pirina (Consulente Scientifico Progetto I'M Sardegna – Formez PA) e Agostino Cicalò (Presidente della Camera di commercio di Nuoro). La sessione prosegue con l’intervento di Dario Carrera (The Hub Roma) intitolato "Lo spettro del concetto di social innovation" e, a seguire, con il contributo di Annibale d’Elia (Politiche giovanili Regione Puglia) su "Le declinazioni territoriali dell’Innovazione Sociale". Dopo il coffee break spazio a un’altra batteria di interventi. Si alternano Lorenzo Benussi (Top-IX Torino) che parla di "Dove l’innovazione sociale incontra il mondo dell’impresa" e Anna Maria Siccardi (Rete del dono) che racconta di "Dove l’innovazione sociale incontra il mondo della finanza". Il pomeriggio inizia con la testimonianza di Gianni Fenu (Università di Cagliari) su "Le Complex networks per le smart regions" e Alex Giordano (Etnografiadigitale) che parla de "La narrazione di rural hub, filosofia e casi pratici". Spazio, in chiusura, al confronto tra relatori e  pubblico.

La partecipazione è gratuita; per motivi organizzativi si richiede di confermare la presenza al buffet offerto dal FormezPA entro giovedì 16 ottobre. Per iscriversi è sufficiente collegarsi al sito web del progetto www.imsardegna.it e compilare il modulo online. Per avere maggiori informazioni è possibile inviare un'e-mail a im.sardegna@formez.it.

Sede (solo eventi in presenza)
Data inizio 16/10/2014 - 09:00
L’evento approfondisce il tema dell’innovazione sociale nella sua accezione più trasversale e intende stimolare una riflessione di ampio respiro e favorire il confronto e la promozione di reti di collaborazione su questo tema strategico. L’iniziativa, che si inserisce nell'ambito degli OPEN DAYS local events 2014, è rivolta a funzionari pubblici locali e regionali, imprese sociali, associazioni no profit, agenzie di sviluppo territoriale, associazioni di categoria, parti sociali, università e cittadini interessati al tema. 
Sede (solo eventi in presenza)
Data inizio 26/09/2014 - 09:30

L’articolo 9 della Costituzione italiana recita testualmente "La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione." Quando venne scritto era il 1948 ma oggi il suo significato intrinseco è più stringente che mai.
La rilfessione proposta dall’evento territoriale “Green technologies” organizzato dal FormezPA, si ispira proprio alla filosofia sottesa al concetto ribadito dal dettato costituzionale: è indispensabile che il sistema- Paese promuova e sostienga lo sviluppo dei processi d'innovazione tecnica, scientifica e culturale, mettendoli in diretta correlazione con il concetto di sostenibilità.
Sul territorio nazionale sono già presenti ed equamente distribuiti i Centri di ricerca e le intelligenze che consentono il progresso in campo tecnologico, nonché le imprese capaci d'interpretare il mercato e di individuare le linee di tendenza degli scenari globali che ci indicano chiaramente quali sono le scelte di policy industriale più opportune da adottare.
Andando oltre il classico concetto di sviluppo sostenibile e tenendo conto delle quattro specifiche direttrici di sostenibilità - economica, sociale, ambientale e culturale - il tema della green economy (in tensione verso la cosidetta “blue economy”) è la narrazione di come Ricerca & Sviluppo ben si coniugano con quanto i comparti produttivi offrono ai consumatori e ai loro territori. Partendo dalle energie rinnovabili, passando per l'energia prodotta dal mare, attraversando i concetti di riuso, rifiuti e scarti, ragionando su green building e tecnologie per gli ambienti di vita, arriviamo alle nanotecnologie e alle reti complesse di gestione delle energie e delle tecnologie, oramai rispettose della “risorsa mondo”.
Questo è il perimetro dentro cui alcune delle tecnologie verdi operano. Questo è l'ambiente che riprende se stesso grazie all'intelligenza e al saper fare del capitale sociale e produttivo del Paese. Vi sono temi oramai non più rimandabili né da un punto di vista dello sviluppo socio culturale, né da un punto di vista ambientale. Usare le tecnologie verdi per risolvere i problemi connessi alla vita nelle megalopoli (che sono responsabili di circa il 75% dei problemi connessi al disastro ambientale in atto), significa infatti riuscire a scardinare paradigmi comportamentali e produttivi non più sostenibili.
Per fortuna, si è delineato nel tempo un vivace processo globale d'innovazione che va in questo senso e che viene sostenuto e affermato da alcune fra le menti più illuminate del panorama internazionale.
Questo nuovo appuntamento del Progetto Innovation Manager Sardegna, che si svolgerà a Cagliari il 26 settembre 2014, farà il punto della situazione a livello regionale, presentando alcune tra le più rilevanti esperienze locali e nazionali e, attraverso il confronto con il pubblico presente, cercherà di tracciare possibili scenari di sviluppo futuro.
L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sul sito web del progetto www.imsardegna.it  e, agli ingegneri che parteciperanno saranno riconosciuti 2 CFP.
 

Sede (solo eventi in presenza)
Data inizio 25/07/2014 - 09:30

Per garantire occupazione, qualità della vita e competitività la Sardegna deve puntare sui settori ad alta tecnologia e con un alto valore aggiunto di conoscenza, ottimizzando gli investimenti in Ricerca & Sviluppo.
In tale contesto, la Sanità rappresenta un campo ideale. Ma l’idea che la salute sia a pieno titolo un driver di sviluppo e un generatore di ricchezza, ha incontrato finora resistenze culturali, relegando la sanità, il benessere, i servizi alla persona a fattori aggiuntivi e non strutturali.
Nondimeno, tutte le previsioni indicano una domanda di servizi sanitari in crescita, in Italia e nel mondo anche se, ovviamente, sarebbe errato considerare questo dato esclusivamente come un problema di natura economica e finanziaria.
Le regioni d’Europa più avanzate e con i migliori indicatori economici hanno nella sanità un settore strategico e con ottime performance di risultato. Nei confronti di molte macro regioni europee, in campo sanitario, l’Italia (soprattutto alcune regioni del centro nord) presenta una situazione di eccellenza, che deve essere mantenuta e potenziata, in primo luogo rafforzando la capacità di innovazione e di attrarre investimenti.
Il settore sanitario e dell’intera filiera della salute si caratterizza, infatti, come un formidabile “concentratore tecnologico” che fornisce l’occasione applicativa dei progressi scientifici e tecnologici che avvengono nei più svariati settori (elettronica, scienza dei materiali, biologia, chimica, fisica, informatica, nanotecnologie e biotecnologie ma anche management, organizzazione, mobilità ed energia).
L’Italia è all’avanguardia in particolare per quanto concerne l’utilizzo di tecnologie sanitarie innovative, soprattutto per quanto riguarda i dispositivi medici-diagnostici in vitro.
Anche nell’isola esiste un Distretto sardo della Biomedicina e delle Tecnologie per la Salute – attivato nell’ambito del Parco Scientifico e Tecnologico “Sardegna Ricerche”- in cui l’orientamento all’innovazione, la ricerca biomed d’avanguardia, la vivacità imprenditoriale e le core facilities di eccellenza vengono aggregate con lo scopo di creare un ambiente adatto alla ricerca e lo sviluppo.
Un ambiente estremamente favorevole all’insediamento di start up innovative e di iniziative fortemente knowledge based, la presenza di strutture di incubazione specificamente progettate per ospitare aziende nel settore Biomed, laboratori liberamente accessibili ed un know-how riconosciuto a livello internazionale hanno condotto in breve tempo il Distretto sardo a raggiungere interessanti traguardi nel settore biotecnologico. Esiste, dunque, un patrimonio che va mantenuto, valorizzato e potenziato e sul quale si deve puntare, in quanto correlato a una domanda diffusa, crescente e qualificata e in grado di offrire ulteriori interessanti opportunità di lavoro.
Il nuovo evento territoriale “ICT&Tech for BioMed” proposto a Pula (Cagliari) dal FormezPA nell’ambito del Progetto I’M Sardegna, fa il punto della situazione regionale, presentando alcuni progetti ed esperienze di eccellenza e, attraverso un confronto con il contesto nazionale e internazionale e la condivisione delle le linee strategiche dell’Amministrazione regionale, traccia possibili scenari di sviluppo futuro.
 

Data inizio 20/06/2014 - 09:30

Da anni in Italia si spendono parole e si fanno investimenti nella creazione di nuova impresa.
Ma a valle di questo sforzo, cos'è rimasto nei nostri territori? Siamo consapevoli di ciò che abbiamo e di che cosa sia veramente necessario?
Di spazi fisici, di elevate e diffuse professionalità o di competenze manageriali? Esiste un corretto bilanciamento tra incentivo pubblico e finanza privata nella creazione di nuova impresa?
L’unico dato certo è che in tutte le province italiane si avverte la forte necessità di creare nuova impresa. Tecnologica o meno. Il mercato del lavoro, infatti, attualmente non lascia grandi spazi alla speranza.
La Pubblica Amministrazione è destinata a contrarre sempre più i propri organici mentre i privati che già operano, se non verranno modificate le normative tributarie e fiscali, difficilmente apriranno all'assunzione di nuova forza lavoro. Ed è anche per questo che molti giovani, laureati, diplomati, neet (Not engaged in Education, Employment or Training cioè persone che non studiano e non lavorano), puntano alla valorizzazione delle proprie competenze attraverso la creazione di una nuova impresa. Questo atteggiamento è certamente salvifico in quanto sono proprio le nuove generazioni quelle più in grado di interpretare correttamente le tendenze del mercato e i nuovi bisogni delle persone, delle imprese e delle Pubbliche Amministrazioni. Solo i nuovi laureati, infatti, hanno la forza creativa e costruttiva per generare nuovo lavoro e nuove imprese, grazie anche alle opportunità e alle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie digitali che loro conoscono e utilizzano con disinvoltura. Perché, che piaccia o meno, il mondo digitale è realmente il settore che è pervasivo e trasversale tutti gli altri ambiti produttivi ed è quello che maggiormente abilitato alla produzione di beni, processi e prodotti.
Il collegamento esistente tra la sfera ICT e la creazione di nuova impresa, dunque, è positivo e sarà in grado di coniugare vecchi e nuovi saperi, di travasare la conoscenza prodotta nei Centri di ricerca (sia pubblici che privati) e di tradurla in azioni e vantaggi concreti e di fornire nuova vita ai nostri territori.
Le nuove imprese ad alta tecnologica e ad alta conoscenza saranno contemporaneamente la nuova forza produttiva del paese e genereranno lavori e posti qualificati. Certo, le dimensioni saranno corrispondenti alle esigenze reali dei territori e delle persone. Magari non assisteremo per forza alla nascita di una nuova Google che cambierà le sorti dell'Italia decadente, ma le nuove micro e piccole imprese saranno migliaia e saranno capaci di dare risposte che ci permetteranno di affrontare a testa alta le sfide sociali che arrivano.
Da queste riflessioni nasce la necessità d'approfondire un tema che non è interessante solo perché è attuale, ma soprattutto perché si rileva la necessità di comprendere come i modelli di sviluppo territoriale possano e debbano essere rivisti alla luce delle mutate condizioni sociali e di mercato.
L’evento di Nuoro organizzato da FormezPA nell’ambito del Progetto I’M Sardegna tenta, ancora una volta, di ragionare, a partire dal potenziale esistente, sui possibili scenari di sviluppo futuro e, in particolare, sulle opportunità di creare nuove imprese digitali. In Italia, così come in Sardegna: terra pioniera di startups in tempi non sospetti e “incubatore” dalle mille potenzialità.
 

Sede (solo eventi in presenza)
Data inizio 23/05/2014 - 09:30

L’avvento di Internet ha comportato un cambiamento epocale nella storia umana, un vero e proprio passaggio tra ere geologiche. Non solo, ha provocato soprattutto un’impennata delle relazioni fra tempo e mercato, materiali e distanze, persone e tempo, produzione e consumo. Noi tutti, infatti, viviamo oramai nella 3ª Rivoluzione Industriale perché sono state già modificate le logiche produttive, distributive e commerciali del nostro sistema economico. Le geografie del mercato globale cambiano con una velocità difficilmente monitorabile con certezza. Quel che è chiaro, è che cambiano in maniera profonda, spostandosi grazie ad Internet, da un blocco all'altro del pianeta, grazie alle comunità on line e ai sistemi aperti di condivisione del sapere. Tutte le grandi multinazionali, vecchie e nuove, oramai, per non essere travolte, si creano i loro anticorpi, interagendo in accelerazione con questi nuovi scenari. Lo stesso dicasi per le imprese di taglia minore che ancor di più patiscono le attuali e particolari congiunture. La fabbricazione digitale per molti aspetti è un fatto consolidato, ma non si deve fare l'errore di immaginare finita l'ascesa dei nuovi sistemi di produzione di ogni tipo di bene. Internet of Things, cioè Internet delle cose: oggetti intelligenti capaci di dialogare per scambiarsi informazioni. Ma non è finita. La Rete mette in connessione non solo oggetti ma persone, processi e dati, cioè tutto. La Rete diventa Internet of Everything (cioè Internet di qualsiasi cosa) e l’incremento di valore che si genera con il progressivo aumento degli elementi che si collegano, stanno portando a modificare ulteriormente le nostre Tecnologie dell’informazione e ad ampliare la gamma di potenziali utilizzi praticamente in tutti i settori (processi manufatturieri, trasporti, logistica, pubblico/difesa, servizi sanitari e alla persona, ecc). La rivoluzione del digitale è centrata sul rapporto tra il design computazionale e le possibilità costruttive offerte dalla digital fabrication. Le scale applicative sono varie e possibili come il mondo che andremo a vivere. I nuovi linguaggi produttivi ed interattivi spostano la linea di confine tra i mezzi ed il fine, emergono visioni di realtà quali sistemi complessi, che permettono la facilitazione dei comportamenti sociali e territoriali nascenti. Le implicazioni tra quanto detto sopra e le possibilità di governare la materia, trovano nella fabricazione digitale e nell'Internet degli oggetti un ventaglio di ricerche e ipotesi che mostrano quali prospettive e risultati si possano aprire in ambiti che, solo fino a poco tempo fa, erano comprensibili solo agli addetti ai lavori. L’accresciuta capacita di plasmare la materia a diverse scale e la pervasività di Internet in ogni cosa offrono nuovi paradigmi industriali, professionali, personali, sociali, urbani e territoriali. Cosa accadrà quando connetteremo quello che non è mai stato connesso? Quali esperienze vivremo man mano che nuove persone, nuovi processi, dati e cose potranno connettersi e interagire? La rete è già quell'infrastruttura gestibile e scalabile che supporta miliardi di dispositivi sensibili ai contesti umani e sociali. Sarà in grado di ascoltare, apprendere e rispondere tramite interfacce aperte, semplici e affidabili? Quali relazioni, ad esempio, passano tra automotive, domotica, robotica, meteorologia e monitoraggio ambientale? Ma soprattutto: perchè questo è utile ai cittadini, alle imprese ed alle Pubbliche Amministrazioni?

Il nuovo evento territoriale proposto a Olbia dal Progetto "Innovation Manager Sardegna" tenta di offrire delle risposte a questi quesiti anche attraverso il contributo di alcuni protagonisti della nuova rivoluzione digitale e industriale in atto.

Sede (solo eventi in presenza)
Data inizio 11/04/2014 - 09:30

Grazie allo sviluppo del Web 2.0., che consente un maggiore livello di interazione fra i siti istituzionali e gli utenti, la comunicazione on line nella PA sta velocemente cambiando. I siti web si sono ormai trasformati in portali pubblici e in sportelli virtuali che consentono forme avanzate di government.

Nuovi modi di partecipazione dei cittadini si sono sviluppati attraverso processi decisionali inclusivi e l’e-democracy, modificando anche la governance. I social network sono diventati ormai uno strumento quasi irrinunciabile per il dialogo e il confronto tra i cittadini e la PA, in un’ottica di multicanalità.

Il vantaggio più evidente di questi strumenti è dato dalla loro interattività che li rende particolarmente adatti ad un’Amministrazione aperta e attenta ai bisogni degli utenti (cittadini, imprese, altre Istituzioni) e che voglia mantenersi in costante dialogo con un contesto sempre più allargato, esigente, multiculturale e plurilingue.

È evidente che tanto più gli utenti saranno in grado di utilizzare gli strumenti di comunicazione on line, tanto più aumenterà il livello di diffusione, trasparenza, facilità di accesso, interattività, completezza e personalizzazione dei servizi erogati dalle P.A. E qui entra in gioco la formazione quale leva di sviluppo delle competenze sia degli utenti che della stessa PA. L’innovazione, in questo caso, passa non solo attraverso la dotazione delle PA di infrastrutture tecnologiche di ultima generazione ma, soprattutto dalla diffusione della cultura della partecipazione, dell’etica e delle trasparenza, della tracciabilità, della responsabilità e rendicontabilità.

La formazione è uno strumento potente e indispensabile anche per accrescere le competenze tecniche, in modo che le capacità delle persone e delle organizzazioni posssano sfruttare l’enorme potenziale che le tecnologie offrono.

Con un consistente investimento nello sviluppo di nuovi valori, saperi e capacità sarà possibile aumentare e rendere proficuo il coinvolgimento dei cittadini nella costruzione delle politiche pubbliche.

Il "Piano di e-government 2012" e il "Codice dell'Amministrazione Digitale" (CAD) disciplinano l’utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nella PA. Le parole chiave della nuova era del web che si sta già affermando sono trasparenza e openness, cioè apertura. Altri temi importanti sono poi l’Agenda Digitale e l’Identità Digitale, le infrastrutture ICT, le Smart City, le communities, i social refernce, what else?

Ma mentre si può già parlare di Web 3.0. il divario digitale si accresce. Che cosa caratterizzerà dunque la P.A. del futuro? E che ruolo potrà svolgere in questo processo la formazione?

Il Progetto I’M Sardegna, realizzato dal FormezPA su incarico del Centro Regionale di Programmazione, propone il 6° evento di un percorso di riflessione e di costruzione di foresight dedicato ai temi strategici dell’innovazione in Sardegna. Il ruolo della P.A. e l’efficacia della sua azione di governo costituiscono senza dubbio una delle chiavi di volta per aumentare il livello di innovazione e facilitare il recupero di competitività del nostro sistema-regione.

Sede (solo eventi in presenza)
Data inizio 08/04/2014 - 09:00

La formazione è uno strumento potente e indispensabile per supportare i processi di cambiamento organizzativi e accrescere le competenze tecniche, in modo che le capacità delle persone e delle organizzazioni possano tradursi in migliore qualità del lavoro e dei servizi offerti ai cittadini e ai clienti.

Con un allargamento del concetto di formazione e con un consistente impegno nello sviluppo di nuovi valori, saperi e capacità, è possibile aumentare e rendere proficuo il coinvolgimento dei cittadini, delle imprese e delle associazioni nella costruzione delle politiche pubbliche.

Le PA e le aziende private, in questa fase di crisi stanno sperimentando strade nuove, in termini di approcci, tecnologie, modalità operative, contenuti, organizzazione.

Etimologicamente crisi (dal greco κρίσις) è un momento di decisione, di separazione fra un prima e un dopo, fra un modo di essere e un altro del tutto nuovo.

Ed è da questo significato che nasce la necessità di diffondere progetti e processi innovativi che aprono nuovi scenari e si pongono l’obiettivo di realizzare un futuro davvero diverso, discontinuo, che superi i problemi del passato, ma soprattutto porti valori, metodi, relazioni e risultati migliori.

Strategie, persone, esperienze legate da nuove logiche di coerenza che si basano sull’identità distintiva dei territori, sulla sostenibilità delle azioni, su nuovi modelli di conoscenza e intelligenza diffusi e aperti.

Il Progetto I’M Sardegna, realizzato dal FormezPA su incarico del Centro Regionale di Programmazione (POR FSE 2007-2013), propone un percorso di riflessione e di costruzione di foresight dedicato ai temi strategici dell’innovazione in Sardegna. Il ruolo della P.A. e l’efficacia della sua azione di governo costituiscono senza dubbio una delle chiavi di volta per aumentare il livello d’innovazione e facilitare il recupero di competitività del sistema-regione.

 

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